Anche se è vecchio di qualche giorno consiglio: quinta’s weblog | è ora di finirla di chiamarle nuove tecnologie
La riflessione di Stefano Quintarelli è sacrosanta:
«sono passati 20 anni. è ora di finire di chiamarle “nuove tecnologie”.»
Troppe volte nel corso degli anni abbiamo sentito il martellante “nuove tecnologie” da parte dei media (plurale di medium, latino, come tale io lo pronuncio all’italiana, fate vobis), in realtà Internet “delle masse” (il World Wide Web) è nato nel 1991 al CERN di Ginevra, e nel 1993 è stato reso pubblico. Tanti altri servizi sono addirittura antecedenti, la Posta Elettronica è addirittura precedente, concepita nel 1971 quando ancora Internet si chiamava ARPANET, tanto per citare uno dei tanti servizi che oggi utilizziamo quotidianamente.
Come dice Quintarelli, troppi soprattutto nel settore dell’informatica si nascondo dietro ad un dito per nascondere le proprie inadeguatezze.
Credo che tutti siano consci del fatto che l’informatica non si ferma mai, non si può pensare di interrompere la propria formazione professionale, già dopo un paio d’anni le cose cominciano a cambiare, dopo cinque mutano profondamente. Ho avuto l’occasione più di una volta di interfacciarmi con professionisti del settore, e più di una volta ho visto implementare soluzioni estremamente precarie, tralasciando il fatto che in troppi ignorano completamente le leggi sulla privacy, magari solo perché non le capiscono o non gli interessano.
Sì, in pochi sanno veramente fare informatica in Italia, e in troppi cercano giustificazioni, personalmente non mi pongo certo sul piano dei primi, ma almeno, quando mi viene affidato un compito, cerco di farlo nel miglior modo possibile, a differenza di tanti altri che non ci provano nemmeno; tanto per loro l’informatica non la capisce nessuno, perché dovrebbero sbattersi per fare un lavoro fatto bene, se chi glielo commissiona, spesso non sa nemmeno cosa gli sta chiedendo?
Nota copyright: L’immagine in evidenza a questo articolo è © Guillaume Paumier, licenza CC-BY 3.0.